INQUINAMENTO DELL’ARIA LEGATO ALLE ARITMIE CARDIACHE MORTALI. Utilità dei depuratori

inquinamentoL’inquinamento causa problemi non solo ai polmoni, ma anche al cuore.

Questo secondo uno studio condotto da alcuni ricercatori dell’ospedale Maggiore di Bologna. A seguito dell’inquinamento nell’atmosfera si forma una miscela complessa di particelle solide e liquide di sostanze organiche ed inorganiche sospese in aria detta particolato. Ad oggi esso è il maggior inquinante nelle aree urbane. I componenti principali sono: solfati, nitrati, ione di ammonio, cloruro di sodio, particelle carboniose, polvere minerale ed acqua. In base al diametro aerodinamico è suddiviso in:

PM10 con diametro aerodinamico inferiore a 10 µm, in grado di penetrare nel tratto superiore dell’apparato respiratorio;

PM2.5 con diametro aerodinamico inferiore a 2.5 µm, in grado di raggiungere i polmoni ed i bronchi secondari.

Le particelle fini presentano lunghi tempi di permanenza in atmosfera e possono essere trasportate anche a grande distanza dal punto di emissione. Il particolato fine può veicolare inoltre sulla sua superficie altri inquinanti come ad esempio metalli pesanti e idrocarburi (idrocarburi policiclici aromatici ad alto peso molecolare). L’insieme complessivo delle particelle sospese prende il nome di PTS (Particolato Totale Sospeso). Tra le PTS rientra anche l’amianto che è cancerogeno ed alcuni composti del piombo che hanno un alto grado di tossicità.

Principali fonti di emissione

Il particolato in parte è emesso come tale direttamente dalle sorgenti in atmosfera (primario) ed in parte si forma in atmosfera attraverso reazioni chimiche fra altre specie inquinanti (secondario). La natura delle particelle aereodisperse è molto varia: ne fanno parte le polveri sospese, il materiale organico disperso dai vegetali (pollini e frammenti di piante), il materiale inorganico prodotto da agenti naturali (vento e pioggia), dall’erosione del suolo o dei manufatti (frazione più grossolana). Tra le fonti antropiche che emettono particolato vi sono alcune attività industriali (fonderie, cementifici, cantieri edili, miniere), i processi di combustioni relative a centrali termoelettriche, gli inceneritori, il riscaldamento ed il traffico autoveicolare (in particolare i motori diesel). Nelle aree urbane, il particolato può avere origine anche dall’usura dell’asfalto, dei pneumatici, dei freni, delle frizioni.

La ricerca

Lo studio ha esaminato gli effetti del particolato sulle aritmie cardiache. «Il nostro studio suggerisce che i pazienti ad alto rischio di aritmie ventricolari, come ad esempio i portatori di un defibrillatore ventricolare, dovrebbero controllare giornalmente l’inquinamento dell’aria. Infatti quando il particolato (PM) 2.5 e 10 presentano alti livelli (sopra 35 μg/m3 e 50 μg/m3, rispettivamente, sarebbe consigliato rimanere a casa il più a lungo possibile and indossare all’esterno una mascherina N95 particolarmente nelle zone a traffico automobilistico elevato. Un depuratore d’aria potrebbe essere utilizzato a casa» ha detto Alessia Zanni autrice dello studio.

Guido Francesco Guida

Questa voce è stata pubblicata in Italy magazine, Salute e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *